Ieri si è diffusa la notizia della morte di Tiziana Maestrelli, figlia di Tommaso, allenatore che ha fatto la storia della Lazio e che rappresenta tutt'ora uno dei simboli più importanti della storia biancoceleste. La donna è venuta a mancare nella notte tra venerdì e sabato a 68 anni dopo un lungo periodo di malattia. Per ricordarla, e ricordare l'importanza di questo cognome nella storia della Lazio, è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Laziopress.it Pino Wilson, capitano di quella Lazio che Tommaso Maestrelli ha plasmato e portato a vincere lo storico scudetto del 1974.

"Sabato notte all'una e mezza è venuta a mancare Tiziana, un altro pezzo della famiglia Maestrelli. Un nome caro a tutti noi non soltanto a chi ha avuto la fortuna di conoscerlo. E' una leggenda nella storia della nostra Lazio. E' venuta a mancare dopo la prima e Maurizio. Un dolore da parte di tutti noi, soprattutto perché Massimo Maestrelli rimane l'unico erede di questa famiglia, una famiglia che ha fatto parlare di sé in modo unicamente positivo. E' una famiglia eccezionale, incredibile, con tanta sensibilità e dignità. La moglie ha dovuto portare avanti una situazione difficile, con due gemelli e due ragazze. Una famiglia a cui siamo tuttora affezionati. Non a caso la squadra si ricorda ricorda spesso questa famiglia negli eventi. E tutti noi lo facciamo con dedizione e amicizia nei confronti di questo nome importante. Tiziana va a raggiungere i suoi fratelli e suo padre. Io sono legato a lei perché quando andai ai Cosmos fu ospite mia e della mia famiglia in America vivendo insieme. Questo è anche simbolo di quale rapporto ci fosse tra noi e questa splendida ragazza e famiglia".

Come viveva la sua lazialità e il suo rapporto con un ambiente che amava il padre?

Lei non l'ha vissuta in prima persona come prima Maurizio e Massimo e poi solo Massimo. L'ha vissuta in modo distaccato ovviamente sapendo di avere un nome importante. E questo lo ha percepito soprattutto quando esci, percepisci come vieni accolta. E lei si è resa conto sin da subito di far parte di una famiglia importante. E la sua lazialità non è mai venuta meno così come in ogni membro della famiglia Maestrelli considerando quello che aveva fatto il padre.

Quindi lei è un simbolo per i laziali...

Per noi lo è, quel cognome è qualcosa di rilevante e che non può essere dimenticato. Sicuramente faceva parte della nostra famiglia. 

Dato che abbiamo toccato questo tema e tu li conoscevi bene, che padre era Maestrelli?

Lui era come con noi, parlando con i figli ci siamo resi conto che lui usava la carota, ma nel momento stesso in cui ce ne era bisogno non era così presente. Ma lui ha avuto il grande pregio di avere un carattere incredibile, sapersi fare amare da noi per quello che erano i giocatori a sua disposizione, ma eravamo alla fine dei figliocci. E così con noi anche in casa sua. Non ho poi mai sentito una polemica. Una famiglia di quelle vecchio stampo, ognuno sapeva il proprio ruolo nella famiglia. E questa è anche dimostrazione di che uomo era lui. 

Per ultimo volevo chiederti quale era il tuo e il vostro rapporto con la loro famiglia? 

Tu pensa che con Giancarlo Oddi e con Giorgio quando stava qui prima che partisse era spesso a casa loro. Poi nell'ultimo periodo quando vacillava la possibilità di averlo qui con noi andavamo spesso a cena da loro e andavamo a trovarlo anche per delle ore in casa Maestrelli. Quindi abbiamo vissuto passo passo i momenti di speranza, di delusione e poi della sconfitta che abbiamo avuto". 

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