L’ex giocatore della Lazio Marco Parolo è intervenuto ai microfoni di Radiosei per analizzare il momento della squadra di Sarri. Queste le sue parole: "Il centro sportivo di Formello è molto bello, sono stati ultimati ulteriori lavori. E’ importante anche l’appagamento estetico per chi lavora tutti i giorni lì, oggi a Formello c’è anche questo. Il discorso comunicazione nei club ora è cambiato. Prima non c’erano i social e altri canali di informazione, ma solo tv e radio. Oggi sembra quasi ci debba essere una notizia all’ora, ogni frase è uno scoop, questo ha portato una sorta di allontanamento. Oggi il calciatore è più restio ad affrontare certi argomenti, poi sono nati i canali ufficiali e c’è necessità di tutelarli. Io sono stato sempre per il parlare liberamente, ma ci sono stati momenti alla Lazio in cui anche noi giocatori sapevamo le cose prima dai siti che dall’interno. Bisogna cambiare la mentalità italiana, in USA c’è il giornalista che va nello spogliatoio che può raccontarti le cose in modo migliore. Ora si parla di Radu perché c’è la necessità di sostituire Acerbi, ma nessuno prima ha chiesto a Sarri qual è la situazione di Stefan e del motivo per il quale ancora non è sceso in campo. Lui ha le sue possibilità con l’Inter, ma nessuno può scegliere meglio del tecnico. Non è un mister che si fa influenzare, certo per il rapporto di amicizia che ho per lui me lo auguro. Ha l’esperienza per giocare certe gare. Discontinuità? E’ proprio un discorso di capacità di resettare e ripartire quando si gioca ogni tre giorni. E’ sempre accaduto nei miei sette anni. Roma, nel bene e nel male, può condizionarti emotivamente. Magari dopo il derby arrivi a Bologna che sei più rilassato e accade quello che abbiamo visto. Gli unici periodi che siamo andati bene è quando abbiamo potuto giocare una volta a settimana. Detto questo, per vincere devi avere i campionati in ogni settore. La cultura della vittoria non posso dire di avercela avuta. Si acquisisce avendo gente che ce l’ha quella mentalità, quelli come Klose che giocano alla morte anche la partitella. Un torneo vince chi è più martello, chi tira più dritto. Secondo Sarri è l’uomo adatto per trovare la soluzione, ma le vittorie si costruiscono durante la settimana. Quando ti dicono che sei bravo non devi crederci e fare di più. Quello con più carattere in questa squadra è Immobile. Ha cultura del lavoro ed ha vinto un Europeo. La cultura della vittoria ad ora non c’è, ma c’è voglia di cercarla. Tutto quello che si sta facendo è per attirare interesse e giocatori. E’ fondamentale anche che ci sia una concorrenza interna che stimoli e non faccia appagare i cosiddetti titolari. Alternative non valide? Secondo nella testa di Sarri questo non c’è, tutto quello che sta facendo è anche per creare questo aspetto. Lui ha vinto alla Juve e al Chelsea, conosce la strada e va seguito. Caratteristiche adatte a Sarri? E’ questione di testa, non di qualità. Ci stanno le difficoltà, ma quando questo accade non devi andare a rifugiarti alle cose che facevi prima. Altrimenti il tecnico perde credibilità. Addio alla Lazio? Siamo stati solo sfortunati che sia accaduto durante la pandemia, non ci ha permesso di avere il saluto dei tifosi. La Lazio ha fatto la scelta giusta, arriva il momento in cui vengono responsabilizzati altri giocatori. La spontaneità nei miei confronti che ho visto nel derby mi ha ripagato. Addio Peruzzi? Era importante nel fare da tramite tra il club e la squadra. Con la sua capacità di relazionarsi, la sua esperienza e carisma riusciva bene. Io non potrei prendere il suo posto, sono troppo coinvolto e legato ai miei ex compagni di squadra per farlo bene. Magari in futuro quando non ci sarà più nessuno."

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