Alla vigilia di Atletico Madrid-Lazio, gara valida per la 6° giornata della fase a gironi di Champions League, l'allenatore della Lazio, Maurizio Sarri, è intervenuto in conferenza stampa per presentare la sfida contro la squadra di Simeone. Queste le sue dichiarazioni:

"Sono della mia teoria, le partite quando sono in programma vanno aggredite, altrimenti le subisci. Vedendoli in allenamento mi sembrano stimolati, poi giocare in questo stadio contro questi avversari è sempre stimolante e difficile. Spero che i ragazzi abbiamo la testa sulla partita, il primo posto conta, sembra di no ma conta.

Spero sia cambiato poco dall'ultima partita di campionato, se non l'errore fatto in trenta secondi di una buona partita. Io avevo la sensazione già dal campo che avevamo fatto una partita di alto livello, ho visto numeri di altissimo livello superiori a diverse partite anche vinte. Mi aspetto che la squadra ripeti e migliori la prestazione dell'ultima partita.

Pedro? Avere fiducia in Pedro penso sia abbastanza facile, anche se uno non lo conosce, penso sia uno dei tre giocatori che ha vinto di più al mondo. Tecnicamente è un fenomeno, in questo momento ha 36 anni e non ci può garantire tutte le partite e i 90 minuti, ma ha colpi fenomenali. E' bellissimo vederlo allenare, lo fa con uno spirito di un diciottenne. Un onore e un piacere averlo con noi.

Formazione? Non ho ancora deciso, sennò domani che faccio tutto il giorno (ride, ndr.). Sicuro ci sarà Gila, non abbiamo alternative, poi vediamo. Castellanos? Non lo so, sicuramente non farò tante valutazioni sulla prossima partita. Questa partita ha la sua valenza, difficile da inquadrare. Sembra inutile, tra due club già qualificati, ma in realtà c'è un qualcosa in ballo anche pesante. Aggrediamo la partita, pochi pensieri sulla partita dopo e, le scelte, saranno fatte in questo senso e non sulla partita successiva.

Morata? Che non è andato d'accordo con me non è la verità. Alvaro è un giocatore straordinario, ha qualità tecniche e fisiche di altissimo livello. E' uno dei centravanti più adatti al mio modo di giocare. Solo che in quel periodo era nervoso, non stava più bene a Londra, quindi il problema era in quel senso, non con me.

Noi abbiamo ritrovato un minimo di solidità come l'anno scorso, che nella prima parte di stagione avevamo perso. Questo ci ha aiutato nelle ultime partite, ma è chiaro che a livello offensivo dobbiamo ancora ritrovarci. Luis Alberto per noi è un giocatore importantissimo, è stato fuori pochissime partite.

Noi abbiamo fatto un miracolo ad andare agli Ottavi di Finale e, il paragone con l'Atletico Madrid in questo momento, non regge, è palesemente di una categoria diversa rispetto a noi. Però siamo qui e ce la giochiamo lo stesso. L'ambiente laziale è devastante, ma non all'interno del club, qui si sta benissimo, ma com'è contornato: vengono create aspettative che sanno per primi coloro che le innescano che sono inarrivabili. Questo crea frustrazioni in tutti, non a me che non me ne importa assolutamente, ma io purtroppo ho un'età diversa e volarci sopra, quelli di 20/25 anni fanno più fatica. La Lazio viene da tre vittorie ed un pareggio è un funerale, la sponda opposta farebbe i fuochi d'artificio in piazza. Negli anni duemila la Lazio penso abbia fatto due volte gli Ottavi di Finale di Champions, quindi non è qualcosa di scontato. Non è un caso essere qui, si è fatto benissimo. Possibilità di battere Atletico e Inter? Poche, sono due organici nettamente superiori ai nostri, ma quelle poche ce le vogliamo giocare molto bene.

In quel momento eravamo una squadra in un periodo di grande difficoltà, oggi siamo una squadra che ha qualche alto e basso ma molto meno in difficoltà di prima. Poi c'è da capire quanto è cresciuto l'Atletico, non penso poco. In questo stadio vincono in pochi. Io sono venuto con la Juventus, vincevamo 2-0 e, ad un quarto d'ora dalla fine, ci hanno fatto un 2-2 e per fortuna l'arbitro ha fischiato la fine, sennò probabilmente perdevamo.

L'Altetico? Quest'anno li ho visto giocare con Griezmann a centrocampo, lui più due punte. Parlare di atteggiamento difensivo mi sembra troppo. E' una squadra che quando decide di difendersi lo fa in maniera tosta, a volte stando bassa, però ha dei numeri offensivi impressionanti. Riduttivo parlare di Simeone come allenatore difensivo.

Questo ambiente ha bisogno di calmarsi, ha bisogno di diventare logico e di conseguenza diventa anche più ottimista. Se ti aspetti cose estrose è tutto fuori luogo. A livello di pubblico non penso, il nostro pubblico alla fine risponde quasi sempre.

Molto probabilmente c'era fame di Champions anche a livello di tifoseria, visto che negli ultimi 20 anni è stata fatta solamente in una occasione. Ti ritrovi in Champions, a superare il turno e giocare in una città bella come Madrid, i nostri tifosi ne approfittano. Sono contento. La rabbia più grossa della partita di Verona, è stata perché siamo stati seguiti da tantissime persone che hanno fatto il tifo per novanta minuti, sereno per la prestazione, deluso per il risultato ma soprattutto amareggiato anche per loro.

A me interessa arrivare primo, non interrompere il record dell'Atletico. Sono una squadra forte, soprattutto dentro questo stadio. E' un ambiente che a me piace molto e, se dovessi scegliere una squadra per allenare, sceglierei l'Atletico Madrid. E' giusto ci rimanga Simeone, che qui ha fatto un percorso straordinario e spero ci rimanga altri dieci anni, perché tanto io tra un po' smetto. Però se me lo chiedevi cinque o sei anni fa, dove vorresti allenare all'estero e non in Italia, ti avrei risposto all'Atletico.

A livello di palleggio stiamo facendo meglio dell'anno scorso, più possesso palla, più velocità di trasmissione della palla. Abbiamo molti dati simili all'anno scorso. Ci sono degli aspetti poi in cui siamo calati, che sono principalmente due: il numero di palloni giocati nell'area avversaria è fondamentalmente stabili, ma creiamo un'occasione da gol in meno a partita e abbiamo una percentuale di realizzazione sulle occasioni create incredibilmente inferiore rispetto allo scorso anno. Queste sono le problematiche che in questo momento dobbiamo risolvere.

L'anno scorso siamo arrivati al secondo posto perché tre squadre erano in corsa fino alla fine in Champions, hanno lasciato un mare di punti e noi siamo stati bravi ad inserirci. Non siamo arrivati secondi perché la forza del nostro organico era da secondo posto, prima o poi questo lo paghi. La Lazio è inferiore a Celtic e Feyenoord? Dal punto di vista tecnico, per quanto riguarda il Celtic, penso di no. Sul Feyenoord ho qualche dubbio, ci sono minimo cinque giocatori che, entro due anni, giocheranno in Premier".

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