L'intervento ad Ente Morale del Dott. Chiavetta (responsabile area psicologica giovanili Lazio)
Nel corso di Ente Morale, trasmissione in onda su LSC, è intervenuto il Dott. Chiavetta, responsabile dell'area psicologica del settore giovanile della Lazio

Nel corso di Ente Morale, trasmissione radiofonica in onda su Lazio Style Channel, sono intervenuti il Dottor Vincenzo Chiavetta, responsabile dell'area psicologica del settore giovanile della Lazio, e due tirocinanti dell'Università Europea di Roma.
Le parole del Dottor Vincenzo Chiavetta, responsabile dell'area psicologica del settore giovanile della Lazio

Abbiamo iniziato nel mese di settembre e voglio ricordare che al centro del progetto psicologico c'è prima l'uomo e poi l'atleta. Per noi, la scuola calcio deve essere un luogo in cui ogni ragazzo deve sentirsi valorizzato, protetto e assicurato il benessere fisico e psicologico. Ogni ragazzo sarà sempre protetto, la parola protezione oggi molto importante anche a fronte degli ultima fatti di cronaca di bullismo. Ogni ragazzo deve vivere l'esperienza in maniera divertente tranquilla e formativo.
Le novità
Abbiamo rinnovato il protocollo di intesa con le università e con l'UER ci sarà anche una ricerca scientifica, saranno maggiormente svolti più incontri con gli staff, cercheremo di vedere i risultati chiedendo agli staff le dinamiche di gruppo che sono emerse nelle singole partite soprattutto tra U15 e U18, il progetto è rivolto alle famiglie, ai dirigenti e a tutti i calciatori.
Creare l'ambiente giusto con la gestione delle emozioni
È la base, l'esperienza sportiva deve dare l'opportunità ai ragazzi di mettere a frutto le proprie capacità e far emergere il proprio talento, a volte questo non succede ed è qui che interviene il mondo della psicologia quando si creano alcuni blocchi che danneggiano al prestazione sportiva. Una di queste è l'ansia , a volte il più grande avversario da sconfiggere siamo noi stessi, l'ansia diventa temibile che se non viene combattuta e gestita può diventare un ostacolo determinante in molte partite. Sull'ansia bisogna lavorare sì sul carattere personale ma anche sull'allenatore ei genitori: il bravo allenatore è quello che toglie “il mal di pancia” al ragazzo, così come i genitori devono avere aspettative realistiche e none levate, quando i genitori pretendono troppo può scattare la paura di deludere e non farcela. I pensieri giocano un ruolo determinante, non è l'evento che crea ansia ma la rappresentazione mentale che abbiamo noi di quell'evento. La partita è sempre la stessa ma il modo di viverla è diversa ecco perché è importante il lavoro psicologico di ogni singolo atleta.
Gestione scuola e sport
La gestione del tempo nella nostra vita è fondamentale, anche la capacità di saper divider nel nostro quotidiano ciò che è importante, rinviabile e necessario. Per i ragazzi studiare e fare sport sono due cose che si possono fare insieme. La scuola che promuove lo sport, deve tenere conto del giovane atleta perché chi fa l'agonistica e si sa che il sabato e la domenica si è in trasferta, l'interrogazione è meglio programmarla, una volta la scuola penalizzava adesso per fortuna c'è la figura dello studente-atleta.
Il ruolo dei genitori
La Lazio ha presentato la domanda per avere il riconoscimento di quarto livello che ci richiede diverse attività tra cui quella della tutela dei minori e su questo aspetto i genitori, ragazzi e allenatori saranno invitati sia a firmar il codice etico che ha costruito la società per loro, quando si parla di codice etico vuol dire che ognuno di noi deve fare esperienza del limite in cui ci sono regole da rispettare per garantire benessere. La molla più potente che abbiamo per motivare un ragazzo è quella di fargli sentire la nostra stima e fiducia, quando i ragazzi non avvertono queste cose molte volte ci si scoraggia e magari la prestazione ne risente. Un altro aspetto molto importante con i genitori è quello di fargli capire che l'esperienza sportiva il ragazzo la deve vivere con i compagni e con l'allenatore bisogna evitare di fare i genitori-allenatori da bordocampo. I genitori si devono limitare ad incoraggiare la squadra e non solo il proprio figlio, anche quest'anno c'è da approfondire il rapporto spogliatoio-genitori.