Sarri lo adora, i laziali pure, peccato che, ogni tanto, stacca la spina e diventa impalpabile. Il tecnico toscano ha rivoluto Felipe Anderson alla Lazio ma, da inizio stagione, continua a ribadire: «È fenomenale. Di uno così bisogna accettare i difetti, quando capita non abbassa il rendimento ma lo riduce drasticamente. Però è straordinario: in allenamento sembra tornato al 100%, fisicamente e mentalmente. Dobbiamo diminuire i suoi passaggi a vuoto». Parole e musica di Sarri per un brasiliano amato dalla gente laziale anche se a fine gennaio, durante la sfida contro l’Atalanta per un atteggiamento troppo dimesso era stato fischiato dall’Olimpico.

Ora è tornato al top dopo due mesi e mezzo di calo di rendimento post match contro l’Inter del 16 ottobre. La Lite con Dumfries, le accuse ingiuste di scarsa sportività dopo il gol segnato con Dimarco a terra, ne avevano minato le certezze. Lui, atleta di Cristo, molto legato ai suoi principi religiosi e morali, aveva mal sopportato quelle critiche fino a sparire dal campo. Proprio come gli capita spesso quasi che per lui l’inverno coincida con l’estate brasiliana e quindi si prende una vacanza. Sarri lo ha difeso e ora, come a marzo 2015 quando brillò nella Lazio di Pioli fino a essere considerato un vero e proprio crack, si ritrova tra le mani un diamante grezzo dal valore inestimabile, uno che vince le partite da solo.

Con lo spagnolo Pedro sceso un po’ di tono nell’ultimo periodo, è risalito Felipe che ora vede la Roma per il suo undicesimo derby in carriera (bilancio negativo fino adesso con 3 vittorie, coppa Italia compresa, 2 pareggi e 5 sconfitte). Al suo attivo 2 reti e 3 assist, la prima nella sfida dell’11 gennaio del 2015 finita 2-2, l’altra nell’incontro d’andata dello scorso 26 settembre vinto 3-2 quando risultò decisivo con una rete ma anche con l’assist al bacio per la rete iniziale di Milinkovic. A Udine un gol prezioso, col Venezia è stato uno dei più attivi, a Cagliari addirittura fondamentale per il successo finale con assist e gol del 3-0 a ribadire come il periodo negativo sia ormai alle spalle.

Vederlo sorridere al termine della sfida di lunedì sera è un altro segnale, con una mimica facciale meno triste del solito, che regala speranze ai laziali: Felipe giocherà un altro grande derby dopo quello dell’andata, vuole lasciare ancora il segno per riportare la sua squadra in Europa. Il presidente Lotito ha derogato al suo principio che non prevede cavalli di ritorno sul mercato, è molto legato al brasiliano e, finora, è stato ripagato dal suo rendimento generale anche in rapporto ai pochi milioni di euro pagati per il rientro alla base. La partita contro la Roma arriva al momento giusto per zittire le cassandre ed essere ancora una volta decisivo in un derby che si annuncia molto equilibrato. Il Tempo\Luigi Salomone

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