Nesta a BSMT: “Nel quartiere eravamo l’unica famiglia laziale. Ho rifiutato la Roma e ne vado fiero”
Queste le parole di Alessandro Nesta ai microfoni di Bsmt

I ricordi dello scudetto vinto
È stato molto strano, tra Roma e Perugia ci sono 130 km, a Roma c’era il sole e a Perugia il nubifragio. Io ero squalificato, vado allo stadio a vedere la partita: tra me e me dico “Tanto la Juve vince a Perugia”. Mentre stavo tornando a casa segna Calori, faccio retromarcia e torno allo stadio (ride n.d.r.). Poi è successo quello che è successo, come in un film: l’anno prima lo meritavamo ancora di più lo scudetto, quell’anno invece ce l’ha mandato il signore.
Il trasferimento al Milan
Io non ci volevo andar via dalla Lazio. Io l'anno l'anno prima che mi hanno venduto al Milan, il Real Madrid mi ha chiamato, io gli risposi “Io gioco nella Lazio”. Io la vivevo così, l'anno dopo sono stato costretto perché non prendevamo lo stipendio da 8 mesi, ma non solo i giocatori, tutti magazzinieri, tutti. C'era un casino nello spogliatoio che tu non hai idea e sapevo che dovevo andar via a fine anno perché già me l'avevano comunicato e in più avevo capito che non c'era più, cioè sennò fallivamo, c'era un problema. Perciò all'ultimo giorno di mercato, la Lazio cerca di monetizzare il più possibile col Milan e io però sapevo che dovevo andar via.