Massimo Rastelli - Via onefootball (Photo by Getty Images/Getty Images)
Massimo Rastelli - Via onefootball (Photo by Getty Images/Getty Images)

Ha fatto molto discutere il prestito senza recompra da parte della Lazio di Floriani Mussolini alla Cremonese. Come ha visto il ragazzo in questi primi mesi in Serie A?

L'anno scorso ha fatto un grande campionato alla Juve Stabia. Quando inizi a giocare nelle categorie professionistiche dalla Primavera alla Serie B fai già uno step in avanti poi è chiaro che se pensano che tu possa essere un calciatore da Serie A, magari indossare la maglia della Lazio può essere un passo troppo grande e quindi si cerca una via di mezzo come una neopromossa che ti permette minutaggio e di metterti in evidenza.

Vardy è stato nominato Player of the Month del mese di novembre, si aspettava questo impatto in Serie A?

Eravamo tutti incuriositi però quando una società fa scelte di questo genere vuol dire che ha avuto feedback positivi, lo ha seguito nei mesi precedenti, ha avuto referenze ottime non solo sul calciatore ma anche sull'uomo. Sappiamo quanto sia difficile e fisico e debba essere in condizione per rendere nel campionato inglese e di conseguenza anche se non è più giovanissimo come Modric fa la differenza nel nostro campionato. Credo sia stato un grandissimo acquisto al di là degli aspetti prettamente tecnici lo vedo come uno di grande personalità, uno di quei calciatori che si mette sulle spalle la squadra e in campo se la tira dietro.

Come giudica l'operato di Sarri in questi mesi?

Credo stia facendo un lavoro straordinario, perché per come era iniziata la stagione poteva dare alibi a tutti, scusanti di qualsiasi genere. Invece nonostante conosciamo tutti quanto Sarri sia esigente e disturbato da questa situazione del blocco del mercato dopo che aveva firmato però è stato bravo a mettere una riga, a non trovare alibi, a lavorare con l'organico a disposizione, a migliorarlo, a dare il massimo e dopo un inizio difficile, inevitabile anche a causa dei tanti infortuni e situazioni non facili, adesso la squadra sta trovando identità e continuità. La vittoria di Parma può essere benzina per fare bene questo finale di anno e ripartire nell'anno nuovo con entusiasmo.

Sarri
Sarri - Fraioli

In un calcio proiettato sempre più sulla difesa uomo su uomo, alla Gasperini per intenderci, c'è ancora spazio per il modo di giocare di Maurizio Sarri?

Assolutamente, non vedo perché no. Anche perché quando tu vai a pressare altissimo, quasi sempre vai sull'uomo e la copertura te la dà quello più lontano dalla zona palla che va a stringere un po' di più. Quando invece difendi nella tua metà campo, negli ultimi 25-30 metri lavori di reparto, ma questo vale per tutte le squadre. Poi ci sono le esagerazioni, Gasperini ad esempio te lo porta un po' all'esasperazione il concetto, però l'importante è che ci sia organizzazione, che l'allenatore dà i suoi input e la squadra segue quelli, non significa che adesso tutti debbano fare quel calcio. È chiaro che piace a tutti anche a me con alcune squadre è capitato di stuzzicare, di osare, di rischiare un po' di più, alla gente piace. In tutte e due i modi di difendere ci sono sempre delle pecche, poi noi in Italia siamo bravi a cercare di andare a mettere in difficoltà l'avversario sapendo come ci viene a pressare.

L'unico vero neo di questa Lazio sono i centravanti che segnano poco, questione di qualità o poco supporto tattico?

Entrambe le cose. Il fatto di avere coscienza di dover innanzitutto rendere ermetica la squadra, cercare di non prendere gol perché c'è la consapevolezza di non avere grandissimi attaccanti di non avere giocatori che ti inventano un gol, quanti ne abbiamo avuti in passato di giocatori che dal nulla si inventano un gol. Solo l'allenatore si rende conto di quello che ha a disposizione e di conseguenza la Lazio è un po' meno spettacolare del primo Sarri o di Baroni dell'anno scorso perché c'è quella consapevolezza che si ha difficoltà a buttarla dentro e non ci si vuole scoprire e attacchi con meno uomini. Però i veri attaccanti quelli di una volta mancano in Italia. In tutte le categorie c'erano grandissimi attaccanti per la maggiore erano anche in Italia e ora sono scomparsi o si contano sulle dita di una mano.

Per concludere, quale sarà al chiave tattica della gara?

Sono due squadre che hanno due filosofie di gioco diverse. La Cremonese ha sempre fatto della sua arma l'aggressività, il fatto di andare uomo su uomo, alterna fasi in cui ti viene a prendere altissima, a fasi in cui si difende bassa con tutto il blocco squadra. Avendo poi Vardy lì davanti quando la Cremonese non ti viene a prendere alta è lì che ti aspetta, chiude tutte le linee di passaggio perché ha giocatori bravi come Vardy nelle ripartenze che possono fare male. La Lazio deve essere brava ad avere pazienza, a far girare veloce la palla quando loro si difendono negli ultimi 30 metri e soprattutto non forzare giocate che permettono alla Cremonese di recuperare palla e ripartire.

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