Foggia: "Lazio? Bisogna tener botta in questo momento difficile. Ecco cosa è successo a Zarate"
L'intervento dell'ex calciatore biancoceleste Pasquale Foggia a Radio Laziale

A commentare il momento attuale della Lazio è intervenuto Pasquale Foggia ai microfoni di Radio Laziale. L'ex centrocampista ha militato in biancoceleste dalla stagione 2006 fino al 2013, con in mezzo le parentesi in prestito alla Reggina, al Cagliari e alla Sampdoria. Oggi Foggia ha intrapreso la carriera di direttore sportivo, e dal luglio 2024 è diventato il DS del Pescara.
Foggia a Radio Laziale
Sulla mia esperienza da direttore sportivo al Pescara? Bene, è iniziata bene, abbiamo avuto delle difficoltà, ma fanno parte comunque di un percorso. L'anno scorso comunque facciamo la C, è un campionato diverso, però sono stracontento perché secondo me possiamo dire la nostra anche in B. È una piazza comunque che ha un passato importante, quindi speriamo piano piano di tornare a quei livelli.
Sul momento della Lazio? Ma è vero che ci sono delle difficoltà, ma purtroppo possono capitare. L'importante è avere la forza di venirne fuori e di essere compatti soprattutto in questi momenti. Capisco che la Lazio è abituata diversamente, però soprattutto in questo momento secondo me bisogna tenere botta.
Se vedo qualcuno che qualitativamente può reggere la baracca a livello tecnico? No, ma qualitativamente è una squadra che ha negli interpreti questo. Ovvio che in un momento di difficoltà si nota meno, però secondo me è una rosa che può dire la sua in questo campionato. Poi anche se in questo momento magari è un momento difficile, però la rosa al completo ha qualità.
Sugli infortunati in casa Lazio? Bisogna ricercare ogni infortuna, cosa è dovuto e capire se eventualmente si è sbagliato qualcosa all'inizio. Bisogna capire il tipo di lavoro che hanno fatto, però è ovvio che quando ci sono tanti infortuni uno va alla ricerca, soprattutto della preparazione.
Continua l'ex Lazio
Mi stupisce che in poco tempo si diano sempre giudizi affettati, sia un positivo che un negativo, Juric è partito che sembrava dover essere esonerato dopo due giornate, invece oggi stiamo parlando di tutt'altro, io non credo nei giudizi, ripeto, sia positivi che negativi nei primi mesi dell'inizio, bisogna sempre del giusto tempo soprattutto quando si cambia allenatore, quando magari si cambia sistema di gioco. Ci vuole il tempo necessario per far assimilare tutti quei concetti, anche se Juric è avvantaggiato perché è su quell'idea di Gasperini, però il calcio è bello anche per questo, perché magari all'inizio si pensava al primo giorno in serie, è stato Juric invece, oggi parliamo di altro.
Se mi piace Sarri come allenatore? L'allenatore giusto lo si può dire chi vive quotidianamente la Lazio dentro e fuori, tecnicamente e qualitativamente Sarri c'è poco da discutere, perché altrimenti si fa un errore enorme, è ovvio che poi va contestualizzato tutto e tutti, non vivendolo non posso dare un giudizio certo in questo, però Sarri è uno dei tecnici più forti italiani che abbiamo ancora oggi. Mettere in discussione tutto e tutti, secondo me si fa un errore clamoroso, soprattutto in un momento così di difficoltà che può vivere la Lazio. La Lazio ha un allenatore forte, ha una squadra che secondo me ha dei valori, poi sono mille componenti per farlo esprimere al massimo, ci vogliono tante cose assieme, posso parlare da esterno, da un amante della Lazio e spero che faccia sempre qualcosa in più, me lo auguro anche quest'anno.
C'è un giocatore che mi ha stupito in particolare in questo inizio di stagione della Lazio? Ma io sono contento per Cataldi, devo essere sincero perché è ritornato a casa sua e secondo me può essere un valore aggiunto, non parlo solo tecnico, ma è uno che ama quei colori. È un ragazzo che ci tiene da morire alla Lazio, quindi spero possa essere quel giocatore che possa far cambiare di nuovo le sorti di questa squadra.
Io giocatore di piede mancino, se mi piaceva giocare a sinistra? Odiavo giocare a sinistra. Odiavo avere giocate chiuse, non poter venire a giocare dentro al campo, perché abituato a giocare a piede invertito per un giocatore, giocare a destra è il top, poi uno si adatta, io alla Lazio per tanti partiti ho giocato a sinistra per esigenza, perché magari il mister voleva qualcosa di diverso e lasciare la chiusura andare davanti, quindi ero contento anche di fare qualche trading in meno per loro.
Se sono stato io a perndere il palo al Derby sotto la Nord? Sì, davvero, me lo ricordo ancora, pure mio figlio me lo ricorda ancora. Ah sì? Ammazza prima di dire la verità. Mi incazzai con Sergione Floccari che si mise davanti, poi io vi dì la palla all'ultimo scendere, ma io non faccio quello perché la prendo troppo bene quella palla. Il goal al Catania? Bellissimo, anche se li dimentico, sono bellissimi perché comunque abbiamo vissuto emozioni, io lo dico spesso, uniche per il rapporto, non solo per le partite che andavi a fare la domenica, ma tu avevi il gusto di andare al campo, di farti lo spaghetto con Walter, con Mauro che erano i magazzinieri, andavi due ore prima per mangiare con loro col cucinino inventato da Ikea, quindi è bellissimo, sono cose che non ritorneranno più.
Sui calciatori di oggi e i mancati ritiri
Purtroppo io mi scontro sempre su queste cose perché sono a favore dei ritiri, poi però se ci rifletti, noi quando facevamo il ritiro stavamo assieme, guardavamo la partita che dava in tv, la guardavi tutti assieme, si discuteva, se tu oggi chiedi a un giocatore domani contro chi giochi, chi devi dribblare piuttosto che chi devi marcare, magari neanche lo conosco, perché sono focalizzati su tante altre cose che prima non c'erano, oggi magari stanno tutto il tempo su Instagram, su social, e oggi si è perso tutto questo che era fondamentale, ai tempi nostri era fondamentale proprio per cementare un gruppo, i rapporti, i pensieri, si discuteva di tutti gli aspetti che purtroppo oggi non ne parlo più. Io non condivido i giocatori che stanno sempre incazzati, col muso, fanno un lavoro che la gente pagherebbe per fare.
Foggia sul blocco del mercato
Può influire se hai delle situazioni borderline, giocatori che magari non vogliono più restare, che devi dar via e invece magari per esigenza te le devi tenere, ma questo vale invece per cancellieri che magari col mercato aperto sarebbe andato via ed oggi è una bella sorpresa per la Lazio. Dipende come lo gestisci e come lo vivi e come la società approccia a questo.
Cosa è successo a Zarate?
Guarda, Mauro me lo chiedono tutti e poi c'ho sempre avuto un rapporto bellissimo. E lo dico sempre, secondo me è stato mal gestito, perché è un ragazzo che finché è stato con noi esemplare, uno che non ha mai saltato in allenamento, veniva un'ora prima, faceva lavori supplementari, non ha mai sbagliato nulla. Poi nel momento importante suo secondo me è mancata la gestione di chi gli stava intorno, perché poi si tratta sempre di ragazzi, ne eravamo giovani, avevamo 24-25 anni, sempre comunque di ragazzi. Gli ho visto fare delle giocate a lui che vi assicuro che era imbarazzante per quanto era forte.