Sarri a LSC: "La strada è ancora lunga. Ero consapevole delle difficoltà. Sugli infortuni..."
Maurizio Sarri è intervenuto ai microfoni ufficiali del club a Lazio Style Channel

A causa di lievi giramenti di testa non era potuto intervenire in conferenza stampa e nel post-partita di Lazio-Torino pertanto dopo una settimana di allenamenti "light" complice anche la sosta delle nazionali, Maurizio Sarri è intervenuto ai microfoni ufficiali del club a Lazio Style Channel per fare un po' il punto di quelle che sono state le prime sei giornate di Serie A in questo avvio di stagione dei biancocelesti.
Le parole di Sarri a LSC
Ho un feroce giramento. A volte non mi fa estremamente piacere.
Sulla situazione attuale? Bisogna essere molto razionali e avere idea di cosa ci è successo. In questo momento non voglio essere né pessimista né ottimista, essere realisti e andare di conseguenza. Contro il Torino? Potevamo vincere e nel finale potevamo perderla. Aspetto positivo? Il carattere e venire a capo di una situazione difficile alla fine.
Ma quando ti mancano 8-9 giocatori è complicato. Tutte le altre squadre si sono rinforzate, noi non abbiamo potuto farlo e abbiamo fuori tanti giocatori. Vecino non ha mai giocato, Rovella ha giocato una sola partita in condizioni fisiche buone. Patric fuori per un'operazione, Romagnoli squalificato, Pellegrini infortunato, Guendouzi squalificato, Isaksen con una malattia che non ce lo ha mai fatto utilizzare. Problematiche enormi. Ma non devono essere considerate un alibi. Partite accettabili. Dobbiamo fare un plauso a Basic che ci ha fatto due partite di buon livello, e vedere aspetti positivi della situazione.
La nostra prestazione migliore è stata contro la Roma. Qualche merito bisogna concederlo. Io mi sento in dovere di doverli difendere, perché hanno lottato e non si sono dati alibi né scuse.
Il nostro compito è quello di continuare a fare prestazioni, che si può riassestare nel lungo periodo. Non posso essere solo io ad avere pazienza. Lo sapevo che avremmo avuto tanta difficoltà a inizio campionato. Il livello medio delle squadre è salito, come anche quello delle squadre di media classifica, come il Torino.
Paragonare la delusione di oggi con quella di due anni fa? In quel momento in cui c'è stata la cessione di Sergio e l'ingresso in Champions League, avevo una delusione per il mancato salto di qualità. Oggi è diverso. All'epoca la mia illusione era il mancato salto di qualità, in cui le aspettative completamente diverse.
La squadra la stiamo cambiando in base alle caratteristiche dei giocatori. Questa è una squadra che lavora sulle ripartenze e sull'aggressione degli spazi. Bisogna trovare soluzioni varie. La situazione degli indisponibili ci costringe a cambiare modulo.
Continua il mister
Lazzari è rientrato la settimana scorsa, Marusic lo controlliamo oggi, Pellegrini vediamo, ha avuto un trauma sia distorsivo che contusivo. Vecino è un enigma. Dele è fuori. Isaksen viene da una malattia che non è pericolosa, ma subdola: clinicamente è recuperato, agonisticamente deve ancora crescere. Vediamo Zaccagni. Questa situazione ci porterà a due giorni dalla partita a capire che modulo utilizzeremo.
Cancellieri? È un ragazzo che sta crescendo. L’ho trovato diverso, molto più maturo personalmente e convinto dei propri mezzi in campo. Il suo meglio sta nell’accelerazione e nell’aggressione degli spazi. Dobbiamo sfruttare ciò in cui lui è bravo. È un ragazzo con potenzialità e speriamo che l’evoluzione sia positiva. È concentrato e non dà segnali di presunzione.
In questo gruppo abbiamo tanti giocatori istintivi, e questo ci costringe a non riuscire a fare squadra.
Noslin? È un giocatore difficile per un allenatore, difficile da collocare in un contesto. Ha la gamba da esterno, ma non è un vero esterno. Non ha la qualità per essere un trequartista, ma non è nemmeno un attaccante centrale. È difficile da collocare tatticamente.
L’interpretazione difensiva non mi è piaciuta contro il Torino, in una partita in cui abbiamo giocato con quattro attaccanti.
Se sento i commenti della gente? Sono un animale da strada. Non so cosa scrivono né che commenti fanno. Non ho neanche WhatsApp, quindi pensa la mia partecipazione. Sono uno che vive delle sensazioni della strada. I tifosi che incontro capiscono i problemi che stiamo affrontando.
Sulle 300 panchine? Troppe. Sono statistiche che non mi fanno né caldo né freddo. Pensiamo alla 301.
Che ne penso di Milan-Como che andrà in scena in Australia? Ha ragione Rabiot. I soldi non giustificano tutto. Se Rabiot decidesse di non entrare in campo non solo lui perderebbe i soldi, ma anche la Lega. Combatte tutte le partite. È un ragazzo stupendo.
Differenza con l'Atalanta di Gasperini e Juric? Dettagli. Sono molto in linea. Grossi cambiamenti? No. È una squadra fortissima, ha un parco attaccanti straordinario.
In Italia si sta instaurando un gioco molto fisico. Certi tipi di contatto non sono fischiati, e altri vengono fischiati senza sanzioni. Nel derby, sono stati commessi dieci falli contro il gioco del calcio. In quell'occasione se fossi strato l'arbitro al terzo fallo ammonisco.
Nazionale? Con tutti i problemi che sto affrontando, della Nazionale non me ne frega di meno.
Sui giovani? Cosa facciamo per farli arrivare pronti? In Primavera i giocatori sono abituati a giocare in stadi in condizioni pessime, e con 50 spettatori, ed è normale che poi all’Olimpico i giovani non siano pronti. Non mi piace la soluzione delle squadre B.
Sulle difficoltà attuali? Chi non lo aveva previsto, era un folle. Ora ritroviamo tutti i giocatori che abbiamo fuori e vediamo a che livello possiamo essere. Fino ad ora è stato un inseguirsi di difficoltà e cerchiamo di innescare la squadra. Che la strada fosse lunga, lo sapevo. L’ho detto nelle prime interviste.
