Domani sera alle 18.00 Lazio e Roma si sfideranno all'Olimpico dopo i rispettivi impegni europei. I biancocelesti in cerca di conferme dopo il successo ottenuto ai danni del Feyenoord, i giallorossi reduci invece dalla sconfitta rimediata contro lo Slavia Praga. Intervistato in esclusiva ai nostri microfoni, il direttore de "Il Romanista" Daniele Lo Monaco ha presentato così il derby di domani:

Che Roma è stata quella vista a Praga, e che reazione si aspetta dai calciatori e dallo stesso Mourinho dopo quanto detto nel post partita? "Quello di giovedì è stato un brutto passo indietro, si poteva affrontare la sfida in altra maniera sotto il profilo dell'attenzione, sarebbe bastato anche perdere di misura per preservare un minimo vantaggio sullo Slavia Praga, cercando così il primo posto nel girone battendo Servette e Sheriff Tiraspol, squadre più deboli rispetto ai giallorossi. Perdendo giovedì la Roma ha complicato il proprio cammino, con la differenza reti ora favorevole allo Slavia, un fattore che potrebbe portare al secondo posto nel girone e al successivo playoff di febbraio, con due partite da aggiungere in un calendario già fitto: come tutti Mourinho si aspettava un atteggiamento diverso. Il derby con la Lazio in questo senso può essere un pericoloso moltiplicatore: se le cose dovessero andare bene si potrebbe tornare a guardare alla stagione con fiducia, con una posizione in classifica accettabile che le consentirebbe di riprendere in mano il campionato. Al contrario con una sconfitta saremmo di fronte a due settimane di polemiche molto dure, e questo potrebbe essere un problema".

Si aspetta di vedere qualcosa di diverso nel terzo anno di Mourinho a Roma? "Per la mia formazione di allenatore io prediligo sicuramente un calcio più offensivo, ma ho immenso rispetto per chi ha successo in questo campo, e Mourinho in questo caso è il vincente per eccellenza. Per questo ho sempre cercato di capire le qualità del portoghese: vedendo giocare la squadra non sempre questa sembra brillante, ma il suo apporto è evidente. Dalla sua capacità di penetrare nella testa dei giocatori, riuscendo ad ottenere tutto facendosi amare, trascinando l'intero ambiente allo stadio come non accadeva da tempo. Spesso la Roma lascia il possesso palla in mano agli avversari, e se potessi scegliere qualcosa da modificare con una bacchetta magica, mi piacerebbe che in fase di palleggio i giallorossi avessero le idee più chiare. Basterebbe trovare qualche linea di passaggio in più quando gli avversari ti pressano alto: questo è un difetto modificabile anche senza intaccare la filosofia di Mourinho. Lavorando di più su quel tipo di uscite, magari si potrebbe arrivare a un risultato ancora migliore, partendo sempre dal presupposto che mi auguro che il portoghese possa restare a Roma per altri dieci anni".

Fin qui Lazio e Roma hanno offerto un rendimento altalenante. Si è dato una spiegazione di questo inizio? "Credo che lo scorso anno la Lazio sia andata oltre le sue possibilità grazie al lavoro di Sarri, che ha convertito in bene le proprie eliminazioni europee. A me piace che la Roma sia riuscita a combattere e vincere in Europa anche a costo di perdere qualcosa in campionato: se fossi l'amministratore di una squadra direi al mio allenatore di portarmi al quarto posto, ma il tifoso vive di trofei e non di piazzamenti. Sarri è stato bravo a far concentrare al meglio la propria squadra sulla competizione rimanente. Il rendimento altalenante della Roma dipende anche dal fatto che non dispone di una rosa così attrezzata: vuole fare un campionato di alta classifica e andare fino in fondo in Europa come fatto negli ultimi due anni, ma non è costruita per questo. I nomi ci sarebbero pure, ma se Dybala o Smalling sono presenti solo per metà stagione, ai quali si aggiunge Pellegrini che fin qui è stato più fuori che dentro, il tuo patrimonio tecnico diminuisce considerevolmente. E' naturale di conseguenza vivere di alti e bassi, perchè se la Roma disponesse sempre di tutti i suoi effettivi farebbe un altro campionato e sarebbe una delle favorite in Europa League, ma allo stato attuale diventa difficile trovare continuità".

Quali possono essere le chiavi tattiche a favore delle due squadre? "Credo che la Lazio possa avere dei vantaggi sfruttando la velocità degli esterni, in questo caso Pedro e Felipe Anderson: mi sarei preoccupato molto di Zaccagni, calciatore che a me piace molto. Le infilate di Luis Alberto per i due esterni mi saranno un pericolo. Per ciò che riguarda la Roma tutto è in mano all'intesa tra Dybala e Lukaku: l'argentino è in grado da solo di far giocare bene l'intera Roma, e se avrà la possibilità di imbeccare il belga potrebbero esserci problemi per la difesa della Lazio. Non credo tanto in una mossa tattica della Roma, aspetterà bassa come spesso accade, cercando di far uscire la Lazio in pressione".

Sarà uno scontro diretto anche in ottica Champions League. Vede le due romane un gradino sotto rispetto alle altre? "Credo che Inter, Juventus e Milan abbiano tre posti assicurati in Champions League, con Napoli, Atalanta, Lazio e Roma che si giocano il quarto posto. I partenopei hanno perso la magia trovata con Spalletti, tornando ad essere una squadra di buon livello ma non irresistibile; l'Atalanta va avanti con alti e bassi ma combatterà fino all'ultimo punto. Lazio e Roma sono più imprevedibili, perchè ad esempio sono più forti dell'Atalanta ma vivono di entusiasmi e delusioni, e non è facile capire oggi il destino delle due".

Che gara si aspetta? "E' sempre difficile perchè il derby vive di episodi. Lo scorso anno la Lazio ha vinto due volte, non dominando ma sbagliando di meno dell'avversario, sfruttando determinate bestialità della difesa della Roma e riuscendo a proteggere il vantaggio fino alla fine. Sarà una partita equilibrata, e in questi casi io controllo i bookmakers, che per domani danno leggermente favorita la Roma".

Foto Fraioli
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