Questa mattina è arrivata la notizia della morte di Gianmarco Calleri, storica figura del mondo biancoceleste. L’ex tecnico biancoceleste Mimmo Caso ha ricordato così l’ex presidente biancoceleste:

Ha risanato il club e lo ha riportato in alto. Un personaggio indimenticabile per tutto il mondo del calcio. E’ stato uno dei personaggi più importanti della storia della Lazio. Per questo club ha fatto qualcosa di incredibile, superando enormi difficoltà.

Calleri era un appassionato di calcio, con idee chiare e precise. Insieme al fratello e a Bocchi presero la Lazio e furono fondamentali per la vita e per la storia della società. Se ne va un personaggio che non va assolutamente dimenticato, che ha fatto tanto per il club e per tutto il mondo del calcio”.

Che presidente era Gianmarco Calleri?Caratterialmente era una persona burbera, ma negli affari era molto attento. Ha tenuto in piedi e con ottimi risultati un club che viveva una situazione di difficoltà. E poi, insieme al fratello ha avuto una grande intuizione, poco comune ai presidenti di oggi”.

Quale?Quella di programmare e di farlo con intelligenza. Loro si occuparono dell’aspetto economico e dal punto di vista sportivo si affidarono ad una persona estremamente competente come Carlo Regalia, che era uno dei migliori Direttori Sportivi dell’epoca. Fu una grande mossa, in controtendenza con quello che accade oggi. Nel calcio di oggi vediamo presidenti che si affidano poco ai loro ds, mentre Calleri, che era stato calciatore e che quindi capiva tantissimo di calcio, fu abile a mettersi da parte e ad affidare la gestione tecnica del club. Mostrando lungimiranza”.

Qual’era la sua dote migliore?Lui e il fratello sapevano fare il loro lavoro ed hanno ottenuto dei risultati incredibili: hanno risanato le casse societarie, organizzando una programmazione sportiva di primo livello. Fu un connubio perfetto tra i Calleri e Bocchi. Regalarono stabilità economica alla Lazio e l’hanno riportata ai livelli che le competevano. Calleri ha scritto una pagina fondamentale nella storia del club, come la squadra. Il popolo laziale infatti ricorda loro e noi molto bene”.

Il suo rapporto?All’inizio buono, poi le cose peggiorarono. Al termine della stagione 87-88, quando tornammo in A, il tecnico Fascetti chiese di ripartire da me, ma i miei rapporti col presidente si erano guastati. Io ero una persona influente dentro lo spogliatoio e loro mi chiesero di essere una sorta di loro referenti. Io non lo accettai e lì finì la mia storia con la Lazio. Peccato. Ma questo non intacca ciò che è stato fatto e ciò che Gianmarco Calleri, insieme al fratello, è stato in grado di fare per la Lazio e per il calcio italiano”.

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