E adesso? L’amarissima sconfitta nel derby, senza un briciolo di reazione, fa riemergere, improvvisi, interrogativi sulla stagione biancoceleste. La fulminea resa – perché di questo si è trattato malgrado ci fosse il tempo per abbozzare una reazione, anche solo d’orgoglio - amplifica le perplessità sul cammino della Lazio di Sarri, che sembravano archiviate. Le sconfitte più pesanti con Bologna, Verona o Napoli, erano lontanissime. E l’ultima, il 4 a 0 ai quarti di Coppa Italia con il Milan, distante ormai un mese e mezzo. Da allora la Lazio di Sarri aveva mostrato degli obiettivi: una adeguata copertura difensiva, uniformità tra i reparti, lampi di gioco anche esaltanti, come nella trasferta a Cagliari. Segnali che lasciavano presagire come il modulo del tecnico toscano fosse ormai un patrimonio acquisito da parte del gruppo. Non solo. Anche le ultime sconfitte, 2 a 1 sia col Porto in Europa Legue che col Napoli in campionato, non avevano intaccato il livello delle prestazioni, specie contro la squadra di Spalletti. Insomma, come in un innesto complesso, il «Sarrismo» o il «Sarriball» sembrava aver attecchito a Formello. Questo derby, oltre ad amareggiare nel profondo i tifosi, fa riaffiorare di colpo dubbi e incertezze. Che la sosta di campionato non contribuirà certo ad attenuare. La resa dopo 56 secondi non ha apparenti spiegazioni e riavvolge il nastro su tutte quelle perplessità che hanno accompagnato i primi mesi di «Mau» a Formello. La compatibilità tra il modulo e i suoi interpreti, oltre alla tenuta mentale. Sembravano traguardi raggiunti. Le tre sberle del derby, le scuse dei protagonisti ai tifosi, il senso diffuso di smarrimento dopo una delusione così cocente, annullano tutto e rendono delicato il cammino nelle 8 prossime partite da qui al 23 maggio. Non soltanto per il raggiungimento dell’Europa League la prossima stagione – la classifica con Fiorentina, Roma e Atalanta è cortissima – ma soprattutto per quell’identità che tanto a fatica la Lazio sembrava aver fatto propria. Svanita di colpo, praticamente senza giocare. Adesso tutti, società, tecnico e giocatori, dovranno impegnarsi per restituire fiducia all’ambiente. A cominciare dal prossimo appuntamento, tra due settimane in casa col Sassuolo. Non mancheranno occasioni anche nobili – pensiamo al Milan all’Olimpico e alla Juventus a Torino – per ridare smalto alla stagione. A patto di scoprire subito e porre rimedio alle cause che hanno portato alla figuraccia di domenica. Un lavoro serio e profondo per Sarri e la sua squadra. A cominciare da domani, quando riprenderanno gli allenamenti a Formello. CorriereDellaSera

Rivivi l'ultima puntata stagionale di FootballCrazy, programma condotto da Elisa Di Iorio e dedicato a Pino Wilson. In studio Giancarlo Oddi e James Wilson
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