Chissà se ripensando a quel venerdì 17 dicembre, Francesco Acerbi rifarebbe tutto quello che fece. Lazio-Genoa fu la partita che determinò la deflagrazione, il punto probabilmente di non ritorno che ha ferito i tifosi e ha finito per ferire anche il difensore. Come riporta il Corriere della Sera, cinque giorni prima, la Lazio aveva perso a Reggio Emilia contro il Sassuolo e Acerbi, arrivando fino a ridosso dell’area avversaria, lasciò la difesa scoperta, tanto da concedere il gol a Raspadori che decise la partita e mandò Sarri su tutte le furie. Con la Lazio ha vinto 1 Supercoppa e 1 Coppa Italia. Il brasiliano Felipe Anderson è l’unico ad aver giocato tutte le 41 partite stagionali, Milinkovic ne ha fatte 40, Leiva, Luis Alberto e Pedro 38. Sarri ha spiegato che “lui è un giocatore con i tasti on e off, quando è ‘acceso’ può giocare in ogni ruolo e in ogni squadra” ma l’ha sempre schierato, 35 volte da titolare e altre 6 facendolo entrare dalla panchina. Da quando il campionato è tornato a 20 squadre solo Strakosha ha giocato 38 partite su 38 in serie A con la Lazio, nel 2017-18 e nel 2019-20. Per trovare un giocatore di movimento sempre presente bisogna risalire al 2002-03 quando Claudio Lopez ne disputò 34 in una stagione a 18 squadre. Se Felipe Anderson giocasse tutte le 7 partite che mancano sarebbe l’unico biancoceleste a non averne saltata una, fra campionato e coppe, negli ultimi 28 anni: Marchegiani e Winter gli ultimi a chiudere l’enplein nel 1993-94 con 40 partite su 40. L’olandese in quella stagione segnò 5 gol, Felipe è già a 6: rimasto a secco per 3 mesi e mezzo dopo il destro per avviare il 2-2 a Marsiglia, si è sbloccato nelle ultime 2 partite lontano dall’Olimpico con un colpo di testa a Udine (20 febbraio) e la prodezza in dribbling a Cagliari (5 marzo). In una stagione condita anche da 7 assist in serie A, una cifra da top ten del campionato, domenica in casa del Genoa andrà a caccia della 100a vittoria con la maglia della Lazio. Acerbi, probabilmente toccato nell’orgoglio dalle critiche, contro il Genoa segnò, esultò col dito davanti al bocca. Il comunicato durissimo dopo la partita successiva a Venezia, fischi all’annuncio delle formazioni e insulti a ogni tocco di palla, anche nell’ultima partita contro il Sassuolo, al termine della quale Acerbi dopo aver regalato la maglia a un tifoso in Monte Mario è stato il primo a infilarsi nel tunnel che porta agli spogliatoi. L’appoggio e gli applausi del resto dello stadio, così come i tentativi di Sarri di fare da mediatore non sono finora stati sufficienti. Tanto che Acerbi, per quanto abbia un contratto fino al 2025, sta seriamente pensando di andare via. L’ostacolo, per possibili acquirenti, è l’ingaggio, ma la società è consapevole che la questione potrebbe non risolversi e che uno dei pilastri su cui si sarebbe appoggiata la nuova Lazio potrebbe in realtà partire. Motivo, questo, per cui si proverà ad avere al più presto il sì del centrale milanista Romagnoli. Acerbi, in attesa di definire il suo futuro, si allena e sarà titolare anche domenica a Genova, contro la squadra che nel 2011 acquistò metà del suo cartellino ma senza farlo mai esordire, prima di riscattare l’altra metà, quella del Chievo, e cedere l’intera proprietà al Milan. Tra le destinazioni di Acerbi, in caso di addio alla Lazio, potrebbe esserci proprio Milano, ma sponda Inter, dove l’allenatore è Simone Inzaghi, da sempre grande estimatore del «leone».

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La Repubblica | Lazio, tra Lotito e Sarri accordo sul mercato ma rinnovo in stand-by