Mitico Ciro. Dentro un pomeriggio d'altri tempi e sotto la pioggia da calcio inglese, come sono le partite a Bergamo, ha raggiunto Piola, riscrivendo dopo 78 anni la storia della Lazio. Nessuno riuscirà a superarlo. Da Giordano a Chinaglia, passando per Signori: ha messo in fila i più grandi. Gli mancava l'unico che sembrava irraggiungibile, lo ha agganciato e presto lo staccherà: 159 gol in 232 partite con la maglia biancoceleste. Fradicio, ancora imbufalito per il pareggio a tempo scaduto di De Roon, è andato sotto il settore ospiti del Gewiss Stadium per ringraziare i tifosi. Generosità infinita. Neppure ha conservato la maglia del record. Gliela stava chiedendo un ragazzo. Immobile se l'è tolta e l'ha tirata, scavalcando le barriere che lo separavano dalla curva. Un boato, applausi scroscianti per salutarlo. Si è riparato con un giubbotto e ha guadagnato gli spogliatoi, evitando i microfoni di Dazn. Era troppo arrabbiato per il 2-2. Sembrava Chinaglia, un po' ingobbito e ciondolante nel suo incedere. L'aggancio a Piola, simbolo del calcio italiano e centravanti della Lazio tra il 1935 e il 1943, si è consumato a Bergamo, dove era iniziata la sua favola il 21 agosto 2016, quando Ciro festeggiò il debutto segnando il suo primo gol. La squadra di Inzaghi si impose per 4-3 sull'Atalanta e quella sera cominciò la fantastica galoppata. Sono passati cinque anni da allora e addirittura 78 dall'ultimo gol realizzato da Piola con la Lazio allo stadio del Partito Nazionale Fascista (sarebbe diventato poi il Flaminio). Il leggendario Silvio segnò in rovesciata al 44' st il 3-2 all'Atalanta. Sarri in estate gli ha consegnato la fascia mollata da Lulic. Era diventato leader sotto la guida di Inzaghi, il suo maestro, quasi un fratello. Non si è mai fermato, segnando con una regolarità di rendimento impressionante: 30 gol a stagione in media. Due volte capocannoniere della Serie A dopo esserci già riuscito con il Torino, il primato condiviso con Higuain e il trentaseiesimo di quel campionato firmato proprio a Napoli nell'estate in cui ha riportato la Scarpa d'Oro in Italia, il titolo di miglior marcatore dell'Europa Laegue nel 2018 e altri cinque gol nel girone di Champions, l'anno scorso, a dimostrazione del suo livello internazionale consolidato vincendo l'Europeo con la Nazionale. Sei gol nei derby contro la Roma, il centesimo a San Siro in una notte epocale (la Lazio non batteva fuori casa il Milan da trent'anni), il più bello con un colpo di tacco volante a Cagliari. Sono stati 62 mesi palpitanti, di emozioni infinite, di prodezze mai troppo celebrate. Ciro ha segnato 124 volte colpendo di destro, 18 con il sinistro, 17 di testa e 44 su rigore. Un centravanti totale, la nuova leggenda della Lazio. Corriere dello Sport.

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