Poco meno di un anno fa, era il 2 dicembre, la partita con l’Udinese rappresentò uno dei momenti più bassi dell’era Sarri. Uno degli ultimi, prima dell’inizio di un percorso di crescita. Quel 4-4 rocambolesco in un Olimpico vuoto, con la squadra al 9° posto con 22 punti (quasi gli stessi di ora), con giganti problemi difensivi (29 gol subiti) e la limpida impressione che la squadra non riuscisse a digerire i principi di Sarri, forse perché ancora troppo legati a quelli di Inzaghi. In più, a completare il cupo quadro, la tifoseria in completa rotta con la società.

Nessuno riusciva a vedere acqua nel bicchiere biancoceleste. Sarri sì, ha continuato a lavorare con il suo staff e i risultati, nel giro di qualche settimana, hanno premiato il tecnico. Che domenica affronterà di nuovo l’Udinese, 317 giorni dopo, in uno scontro diretto tra 3° in classifica a pari punti. Sul fronte biancoceleste però sembra essere passata un’era geologica, altro che 10 mesi. La squadra gioca un buon calcio, ha fatto passi da gigante in fase difensiva, segue Sarri, è reduce da 4 vittorie consecutive in campionato. E soprattutto, sta beneficiando di una ritrovata compattezza ambientale: i quasi 50 mila spettatori che domani saranno allo stadio lo testimoniano.

Per non soffermarsi troppo sui singoli, su chi è andato via (Reina, Strakosha, Leiva, Luiz Felipe e Acerbi su tutti) e su chi è arrivato (Provedel, Romagnoli e Vecino in particolare), c’è una parola che racchiude l’essenza di Sarrilandia: “Anima”. L’ha ripetuta più volte, il Comandante, giovedì notte nella pancia dell’Olimpico dopo il 2-2 beffardo contro lo Sturm Graz. Era dispiaciuto per il risultato, ma contento dell’atteggiamento e della prestazione della squadra, che in 10 per 50 minuti ha rischiato anche di vincere e ipotecare la qualificazione. L’anno scorso non sempre era accaduto.

Tuttomercatoweb.com.

SERIE A - L'AVVERSARIO | Tutto quello che c'è da sapere sull'Udinese
SERIE A | Lazio-Udinese, le iniziative in programma domani allo Stadio Olimpico