Zaccagni, Lazio-Juventus
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Una sfida per doppi ex 

I bianconeri incontreranno nuovamente Sarri, l’allenatore che ha portato l’ultimo scudetto nel 2020. Anche la Lazio incontrerà un ex - Igor Tudor - arrivato sulla panchina biancoceleste proprio dopo l’esonero di Sarri, senza mai riuscire ad entrare totalmente nel mondo Lazio e a farsi amare da giocatori e tifosi. Il “sarrismo” non è più tale e proprio nell’anno juventino c’è stata la conversione di Sarri: da offensivista spinto, virtuoso, risultatista pragmatico, attento alla contabilità. Nel suo ritorno a Roma, però, il mister ha continuato su questo solco, senza più il culto del possesso palla. Mau ha virato sulla speculazione degli spazi concessi dagli avversari. Il sistema prediletto è sempre il 4-3-3, ma l’interpretazione è diversa, se si ripensa al Sarri di Napoli. Invece, il percorso di Tudor è stato più lineare. L’allenatore croato è nato realista e tale è rimasto: va sul concreto, si adatta ai giocatori, non pretendendo il contrario. Il risultato è una stabilità di fondo fino a se stessa. La Juve non osa mai e non incanta e, attualmente, addirittura sembra essere diventata una squadra di metà classifica, senza alte ambizioni.

sarri

Il problema dei goal per Lazio e Juventus 

Il problema di entrambe le squadre è la scarsa capacità realizzativa: 10 goal in 7 giornate per la Lazio e 9 reti in 7 incontri per la Juventus. Questa sterilità di fondo impressione perché la Juve, a differenza della Lazio, ha una batteria di attaccanti notevoli. La verità è che Tudor non ha ancora trovato la formula giusta e, forse, aspetta proprio una sua ex squadra per farlo. In particolare, i bianconeri non segnano da tre partite e sono rimasti a secco di goal negli ultimi incontri con Milan, Como e Real Madrid. La Lazio, invece, dovrà tentare il rilancio offensivo senza Castellanos e Cancellieri, contando soprattutto su Dia, a cui verrà dato il ruolo di protagonista dell’attacco. 

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