Susanna Galeazzi (figlia di Gian Piero): "Un fuoriclasse. Aveva un'empatia fuori dal comune"
L'intervista a Susanna Galeazzi, figlia di Gian Piero, intervenuta a Radiosei per ricordare il papà scomparso quattro anni fa
Quattro anni sono passati dalla scomparsa di Gian Piero Galeazzi, mancato il 12 novembre del 2021 a 75 anni. Storico telecronista sportivo che ha saputo raccontare i successi della Nazionale italiana, ma non solo. Leggendaria è stata la cronaca dallo Stadio Olimpico del primo scudetto della storia biancoceleste del 14 maggio 2000.
In occasione dell'anniversario dalla sua scomparsa è intervenuta ai microfoni di Radiosei, la figlia Susanna Galeazzi.
L'intervento a Radiosei della figlia di Gian Piero Galeazzi
Oggi non potevo mancare per ricordare con il sorriso e con le sue bellissime parole, un fuoriclasse, un giornalista della gente comune, e soprattutto mio padre. Sono passati quattro anni, e per me il tempo è una circostanza inutile in questi casi, ma la cosa che mi fa impressione è l’affetto della gente comune, anche di chi non lo conosceva. La gente ci ferma per strada per ricordare ciò che era papà. È riuscito a entrare nelle case di tutti con quell’ironia, spontaneità che oggi, perdonatemi, purtroppo manca. Quell’empatia con il pubblico. E mi fa piacere che oggi la gente lo ricordi così, soprattutto i giovani.
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Aveva una grande passione per lo sport e per il cibo, tutto il resto veniva dopo. Papà si è spento ultimamente: quando togli un personaggio così dal suo campo, lo sport, un pochino si spegne di spirito, ma fino all’ultimo è stato super lucido di testa. Papà se n’è andato improvvisamente perché si stava rimettendo in piedi e questo non tutti lo sanno. Purtroppo, il COVID, come tante altre vittime ce lo ha portato via. Questa è una cosa che pochi sanno, ma papà era lucidissimo di testa.
La forza di papà era quella di essere uguale dentro casa e fuori, ma quello che mi rimane nel cuore è che mia figlia di otto anni è identica a mio padre: godereccia fisica, simpatica, ha sempre la battuta pronta.
Perché papà quando si arrabbiava, iniziava a urlare, ma poi ti sparava una battuta geniale, e gli scoppiavi a ridere in faccia, perché non te l’aspettavi. Oggi mi piace chiaramente ricordarlo con il sorriso, rideva sempre. Papà era un grandissimo barzellettiere: riuniva gli amici a cena e raccontava i suoi aneddoti.










