Lazio, cambio modulo o determinazione: qual è la variabile vincente?
È stato il cambio di modulo a determinare la vittoria della Lazio a Genova, o è stata la determinazione a rendere efficace qualsiasi modulo?

L'esame Torino
La risposta a questo interrogativo arriverà già dal prossimo appuntamento di campionato: Lazio–Torino. Una sfida sulla carta agevole ma pericolosa e che, oltretutto, in termini di narrazione offre qualche spunto. C’è Marco Baroni, oggi allenatore granata (in bilico per via di un brutto avvio), che a Roma ha vissuto una parentesi intensa e a tratti inaspettata, in grado di far sognare i tifosi biancocelesti per buona parte della stagione, per poi chiuderla in malo modo, con l'amaro in bocca.
Il Torino, al netto di una falsa partenza fatta di tre sconfitte, un pareggio e una vittoria, non va affrontato sottogamba, sottovalutandone i rischi (si veda la Roma prima del derby). Inoltre, a causa del magro bottino ottenuto finora, di certo vorrà rialzarsi prontamente per non perdere ulteriore terreno in classifica e per evitare già un eventuale accavallamento in panchina.

Per questo, la sfida con i granata è il test perfetto: non ci sarà la possibilità di vincerla solo con le geometrie. Serviranno la stessa disponibilità, la stessa voglia di correre e la stessa compattezza mentale vista al Ferraris.
Alla fine, l’interrogativo rimane sospeso: è stato il cambio di modulo a determinare la vittoria della Lazio, o è stata la determinazione a rendere efficace qualsiasi modulo? Probabilmente entrambe le cose, ma con un peso diverso. Perché lo schema ha dato ordine, sì, ma è l'atteggiamento dei giocatori che ha fatto la differenza.
Lazio–Torino diventa quindi la partita della verità. Non sul piano dei numeri, ma su quello mentale. Se la Lazio saprà mantenere la stessa solidità emotiva, allora la vittoria di Genova non resterà un episodio isolato. Se invece torneranno i cali di tensione, sarà chiaro che il problema non è mai stato un 4-3-3 o un 4-4-2, ma la continuità di convinzione. E allora la variabile vincente, ancora una volta, non sarà il modulo, ma la testa.