Alla ricerca del sorriso perduto, Immobile punta il Sassuolo. Lo ha giurato al centoventitreesimo compleanno della Lazio: «Ultimamente non siamo stati dei fulmini di guerra, ma prometto ai tifosi che stiamo tornando. Metteremo ancora più impegno per conquistare i 3 punti a Reggio Emilia, saremo fuochi d’artificio, come dice Lotito». Ciro ora è carico, avvelenato. Domenica scorsa non si dava pace per l’arbitraggio di Pezzuto e per non essere riuscito a far quel 190esimo gol in serie A, che lo avrebbe catapultato all’ottavo posto al fianco di Hamrin nella classifica dei bomber di ogni tempo e, forse, avrebbe pure regalato alla Lazio il primo successo del nuovo anno. A digiuno con l’Empoli, Immobile aveva segnato invece invano a Lecce, alla ripresa sfortunata di questo campionato. Stavolta Immobile vuole prendersi tutto e dedicare la vittoria all’amico Gianluca Vialli a cui ieri ha dato l’ultimo saluto alla chiesa Santa Teresa di Gesù, insieme a tanti altri personaggi del mondo dello sport.

SENTENZA IN TRASFERTA - Dopodomani non salterà un altro pasto. A pranzo Ciro vuole sbranare di nuovo il Sassuolo: contro gli emiliani ha già colpito 10 volte, ha timbrato persino con 2 assist il tabellino. In trasferta è un cecchino, anche in questa stagione vanta 5 reti nelle ultime 4 gare di seguito, è più affamato che all’Olimpico. Oltretutto domenica sarà un po’ come stare a casa, con oltre quattro mila tifosi al seguito. Immobile non li tradirà, non può più perdere tempo se vuole davvero raggiungere Osimhen a quota 10 centri e provare a polverizzare un altro record da capocannoniere italiano. Il centravanti partenopeo alla fine ha solo tre gol di distacco, è col fiato sul collo del nigeriano, nonostante tutto. Complici gli infortuni e quasi 7 gare ai box, Ciro non aveva mai collezionato appena 7 reti, alla 18esima giornata, dal suo sbarco alla Lazio. Stavolta è giustificato, ma ora il capitano va preservato per il futuro.

ALTER EGO - Fra poco più di un mese compirà 33 anni, Immobile sembra ancora un ragazzino, ma non può essere eterno. Ecco perché la Lazio sta cercando un vice da tempo: a gennaio Rafa Silva è destinato a rimanere un sogno, Bonazzoli è il giovane preferito da Sarri, ma la Salernitana continua a fare muro. Sanabria è un’opportunità, offerta dal Torino: Lotito smentisce, ma il nome continua a girare a Formello. Il problema è che, senza una nuova immissione di liquidità, va fatta una scelta e la priorità rimane il terzino sinistro. Pellegrini aspetta, ma l’ingaggio di Fares deve fargli spazio: l’ex Spal vola verso una convocazione, più facile in Coppa Italia contro il Bologna interessato. Se non verrà piazzato, potrebbe arrivare solo un baby sconosciuto.

NEWCASTLE-SERGEJ - Le prospettive di mercato tuttavia potrebbero cambiare all’improvviso, se davvero il Newcastle (o l’Arsenal) dovesse bussare adesso per Milinkovic con 60 milioni sul piatto: con la scadenza nel 2024 e il rinnovo lontano, Lotito dice no, ma in realtà ci farebbe più di un pensiero serio. Sarri non si opporrebbe alla cessione, a costo di avere almeno Ilic subito e poi magari Zielinski a giugno. Il nodo non è tuttavia legato ai rinforzi per il tecnico, nemmeno adesso, ma alla mancanza di sinergia fra lui e Tare ormai da un anno e mezzo. Venerdì sera c’è stato un lungo colloquio fra Maurizio e Lotito per affrontare l’argomento, visto che il ds è ancora in scadenza e il rinnovo non è ancora sul tavolo. Sarri ha bisogno di capire se avrà carta bianca la prossima estate oppure no. Ne va anche della serenità dello spogliatoio, dove deve già rientrare qualche mugugno di troppo. Domenica scorsa anche Immobile era infastidito dagli atteggiamenti di alcuni compagni e per essere stato poco servito. Il nervosismo lo ha portato ad accanirsi su quella palla persa su cui poi Caputo ha segnato. Proprio lui, il vice indicato da Ciro a giugno scorso e bocciato dalla società, l’ultimo incubo della Lazio. IlMessaggero/Alberto Abbate

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