Record dell’anno: tra l’orario d’inizio di Lazio-Sturm Graz, giocata ieri sera, e quello della partita con l’Udinese, in programma domenica all’Olimpico alle 15, passano appena 63 ore. È il calendario “moderno” che tanto fa arrabbiare Sarri, costretto – per preparare le gare - a fare più il regista di video che l’allenatore-addestratore sul campo come piace a lui. Ma questo è, anche il tecnico biancoceleste deve adeguarsi e procedere a quel turnover che – lo ha detto chiaramente mercoledì – gli sta sulle scatole. Tra l’altro l’ultima gara del tour de force settimanale, con tre partite in sei giorni, è appunto l’attesissima sfida contro l’Udinese di Sottil, che in classifica ha gli stessi punti della Lazio, 20, anche se con meno gol segnati (19 a 21) e il doppio delle reti subite (10 contro 5). Considerando che la prevendita sta andando molto bene, previsti circa 45mila spettatori. In tribuna ovviamente il presidente Lotito, che ieri ha per la prima volta preso posto in Senato.

A rendere affascinante il confronto tra Lazio e Udinese, oltre alle questioni di (alta) classifica, anche il fatto che siano due squadre profondamente diverse per modulo e caratteristiche dei calciatori: Sottil schiera i suoi con il 3-5-1-1, puntando quindi sulla difesa a tre e il genietto Deulofeu (6 assist, solo uno meno di Milinkovic, in testa alla speciale classifica) alle spalle della punta (Beto, già 5 gol, o Success), mentre Sarri preferisce il 4-3-3. L’Udinese è fisicamente più solida, la Lazio si affida alla qualità. Anche le strategie sul mercato sono differenti: l’estate scorsa c’è stata una sorta di “svolta italiana” per Lotito, nel senso che la metà degli acquisti – 4 su 8 - è nata nel nostro Paese, da Casale a Provedel, da Cancellieri a Romagnoli. Al contrario, la rosa dell’Udinese è quella con più stranieri dell’intera Serie A: sono 22 su 26, l’84%. Italiani sono solo i tre portieri e Udogie, nato a Verona da genitori nigeriani. Lo stesso terzino sinistro (già ceduto al Tottenham, in questa stagione è rimasto al club friulano in prestito) e Silvestri sono dunque gli unici non-stranieri nella formazione tipo. L’organico della Lazio di stranieri ne ha 17 su 26, il 65,4%, di cui 5 nella formazione tipo: i titolari italiani sono infatti 6, cioè Provedel, Lazzari, Romagnoli, Cataldi, Immobile e Zaccagni. Scelte diverse su tanti aspetti, quindi, ma che in questa stagione stanno dando risultati convincenti per entrambi i club. L’obiettivo della Lazio, domenica, è invertire la tendenza rispetto alle ultime tre sfide di Serie A con l’Udinese all’Olimpico: due pareggi (1-1 e 4-4) e una sconfitta (1-3); l’ultima vittoria in casa in campionato risale al dicembre 2019, un rotondo 3-0. La Repubblica/Giulio Cardone

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