Intervenuto ai microfoni di Calciomercato.com, l'ex giocatore della Lazio Raul Moro ha parlato della sua attuale stagione in prestito alla Ternana, commentando il suo primo gol segnato in B e il passato che lo ha legato ai biancocelesti.

Queste le sue parole:

"Il gol? Era da un anno che non sentivo questa sensazione non mi era mai successo di festeggiare così tantoQuando sono arrivato qui ho visto tanta qualità, ma non pensavo di ritrovarci al primo posto. Il mister Lucarelli i primi giorni mi parlava spesso per inserirmi in gruppoVolevo rimanere in Italia per restare nei radar della Lazio, qui sono vicino a Roma e il 4-3-3 è perfetto per le mie caratteristiche". È la tua prima vera stagione tra i grandi, come la stai vivendo?  "Con continuità. Sono contento di giocare quasi tutte le partite dall'inizio o subentrand, finora ne ho saltata una sola". I tuoi genitori ti sono già venuti a trovare? "Sì, per il debutto in casa con il Cosenza. Quando ho sengato contro il Palermo in tribuna c'era mio padre, dopo il gol l'ho subito cercato in tribuna e siamo riusciti a incrociare gli sguardi". Chi è il compagno che ti ha stupito di più? "Palumbo. Nella mia carriera, seppur ancora breve, non ho mai visto un sinistro come il suo". Segui la Lazio? "Certo, la guardo sempre. A Roma c'è mia sorella che studia all'Università del Foro Italico, quando vado a trovarla riesco anche ad andare allo stadio".  20 luglio 2020: pandemia Covid e debutto in Serie A contro la Juve. Ci racconti quel momento? "Il debutto alla prima convocazione; a 17 anni. Non ci credevo. Avevo inziato la stagione con la Primavera, poi i campionati si sono fermati per il Covid e per me è stato difficile allenarmi in un appartamento piccolo".  Dall'altra parte c'era Cristiano Ronaldo. "Quel giorno perdemmo, ma ero contento per aver realizzato il mio sogno di giocare tra i professionisti proprio contro il mio idolo Cristiano".

E ti sei portato anche a casa la sua maglia. "Era lì vicino a me, non volevo perdere quell'occasione. Dopo aver fatto un'intervista è venuto, abbiamo chiacchierato un po' e me l'ha data. Io ero bloccato, non sapevo cosa dire". Hai il rimpianto di aver trovato poco spazio nella Lazio?  "Forse sono stato un po' sfortunato perché nei pochi minuti giocati avrei potuto fare due o tre gol, non si saprà mai cosa sarebbe successo se avessi segnato. Ma preferisco non pensarci. Se non sbaglio con la Lazio ho giocato 360 minuti totali". Sette minuti in più, 367. Ma ti sei sbagliato di poco. Ti piace guardare le statistiche? "Sì, le leggo spesso. Quando ero al Barcellona mi facevo delle tabelle per vedere quanto segnavo, se facevo assist... e dopo ogni partita inserivo un aggettivo per giudicare la mia prestazione".

È vero che ti ha cercato anche il Chelsea? "Dopo l'ultima stagione in Spagna avevo tante richieste. So che mi sono venuti a vedere diversi club tra i quali anche Chelsea e Inter, ma quando hanno saputo il prezzo si sono tirate indietro. La Lazio ha speso 6 milioni per portarmi in Italia, in quel momento neanche sapevo la mia valutazione". Che ricordi hai del settore giovanile del Barcellona? "Bellissimo. Ogni giorni andavi al campo sperando che l'allenamento non finisse mai. Torelli, partitelle... si lavorava sempre con il pallone. Un'altra mentalità rispetto agli allenamenti italiani". Come mai hai deciso di andare via?  "La mia famiglia mi aveva detto di aspettare perché ero giovane, ma quando c'è un club che investe così tanto per te bisogna tenerne conto. Andando alla Lazio ero convinto di avere più prospettive rispetto al Barcellona dove ero un po' chiuso".

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