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"Ricordo quell'episodio e per me ha un valore importantissimo perché Lionello Manfredonia è come un fratello. Vederlo sdraiato sul terreno mi ha dato una sensazione di impotenza. Poi quando fu trasportato la partita l'abbiamo giocata per onore di firma, ma tutti noi calciatori chiedevamo ogni minuto notizie di quello che era accaduto. Credo che i calciatori della Roma abbiano provato la stessa sensazione, è stato giusto interrompere la partita". Sono queste le parole all'ANSA dell'ex attaccante Bruno Giordano, protagonista di un episodio simile a quanto capitato a Evan N'Dicka, che ha accusato un malore durante Udinese-Roma. Il 30 dicembre 1989 il romanista Lionello Manfredonia venne colpito da un arresto cardiaco durante il match contro il Bologna. A soccorrerlo fu proprio Bruno Giordano, suo ex compagno alla Lazio. A differenza di quanto successo in Udinese-Roma, però, allora la gara non fu sospesa. "Abbiamo giocato quella partita, ma è stata surreale, come il derby dell'uccisione di Paparelli. Quando ci sono queste tragedie sugli spalti o all'interno del campo, puoi sospenderla o continuare a giocarla, ma giocandola è come se fosse sospesa perché perdi tutte le forze e le motivazioni. Ricordo che la partita passò non solo in secondo piano, ma per noi era finita. Incrociai il presidente Viola e la prima cosa che chiesi furono le condizioni di Manfredonia", conclude Giordano. 

ANSA 

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Comunicato della Roma sulle condizioni di Evan N'Dicka
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