sarri

Il calcio moderno ha una fascinazione quasi ossessiva per i numeri. 4-3-3, 3-5-2, 4-2-3-1: li ripetiamo come formule magiche, come se racchiudessero il destino di una partita. Ma chi ha visto Genoa–Lazio non può fermarsi a quel livello di lettura. Certo, la novità tattica c’è stata: Sarri, accusato a gran voce di essere un integralista di ferro, ha scelto di cambiare. Il 4-4-2 adottato a Marassi è sembrato un ritorno all’essenziale, quasi un richiamo agli anni in cui il calcio italiano si fondava più sulla concretezza che sull’estetica.

Genoa-Lazio - Via onefootball (Photo by Simone Arveda/Getty Images)
Genoa-Lazio - Via onefootball (Photo by Simone Arveda/Getty Images)

Eppure il punto non è lì. Perché, come ha detto Sarri ai microfoni di Sky Sport a margine della gara contro i rossoblù: "Se giochiamo con questa determinazione, possiamo adottare qualsiasi modulo. Non è quella la variabile decisiva". È una frase che, se letta bene, mette in discussione l’ordine delle priorità: prima la testa, poi gli schemi alla lavagna.

L'emergenza come opportunità

La Lazio non era arrivata a Genova in salute. Le assenze a centrocampo (Belahyane, Guendouzi, Dele-Bashiru, Vecino) avevano tolto opzioni, obbligando Sarri a schierare gli unici disponibili e il reintegrato Basic, ripensando i meccanismi. In altre fasi della stagione, sarebbe stata la premessa di una sconfitta annunciata. E invece proprio l’emergenza si è trasformata in chiave: niente fronzoli, niente tentazioni di interpretazioni individuali. Squadra corta, linee vicine, disponibilità al sacrificio.

La vittoria, "forse un po’ troppo larga" — come ha ammesso lo stesso Sarri — è stata il risultato di una prestazione collettiva prima che tattica. Il paradosso è che la Lazio sia sembrata più sicura proprio quando ha dovuto rinunciare alle proprie certezze. E le reazioni dei singoli dopo tutti e tre i gol lo dimostrano, soprattutto quella di capitan Zaccagni dopo aver insaccato da pochi passi dalla linea di porta: un gol facile da realizzare ma che è sembrato quasi una liberazione.

Il nodo della continuità

Adesso però nasce la vera questione: rivedremo ancora l'atteggiamento di lunedì? È possibile che la Lazio abbia trovato una strada nuova, o si è trattato solo di un episodio figlio delle circostanze? La storia recente dei biancocelesti ci insegna prudenza. Troppe volte sono state alternate prestazioni di grande spessore a ricadute improvvise. Ed è proprio qui che Sarri sembra voler insistere: più che discutere di moduli, occorre discutere di atteggiamento. Se la determinazione di Genova diventa la norma, allora la Lazio potrà permettersi più soluzioni tattiche, non meno.

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